Le scarpe

#comportamento, #psicologia, #sensovita

 

Milano 20 maggio 2012


L’esistenza che conduciamo è simile a un paio di scarpe:

se le togli per un certo tempo, poi fatichi a calzarle: le senti strette, anguste e inadatte;

tuttavia, trascorso qualche tempo, ti sembrerà che siano proprio le scarpe fatte su misura per te!


Degli equilibrismi sociali della vecchia "Fattoria..."

#antropologia, #organizzazionesociale, #politica

 

Milano, 20 luglio 2011


Guardando alle vicende recenti, non riesco a non tributare un forte plauso alla testimonianza di profonda conoscenza dell'animale uomo e delle sue scelte, in fatto di metodo di aggregazione, di governo e di rappresentanza sociale, resaci con assoluta maestria nella sua semplicità fiabesca da G. Orwell.

Egli seppe immortalare per sempre, con un affresco a tinte sapientemente naif, tutta la limitatezza degli errori commessi da rappresentati e rappresentanti delle consociazioni umane, rendendoci edotti circa la miope coazione a ripetere che socialmente la società degli animali-uomini riscrive con un inchiostro ogni volta diverso.

Situazione che ci vede simili a pesci in un acquario che, inconsapevolmente, ogni volta che svoltano l'angolo pensano (o sperano) che sia una svolta nuova per la conquista di una libertà vera.

Essere in due

#amore, #inunarigaopocopiù, #psicologia, #sensovita

Milano, 23 marzo 2011



Finché si è in due non si è mai pazzi.

La società e gli artisti genuini

#arte

 

Milano, 15 gennaio 2011



V’è un tipo di artista, secondo me il più genuino, che è più vittima delle proprie emozioni che altro. Egli non sceglie di provarle ma, dal momento che le prova, cerca di digerirle, comprenderle e poi condividerle e servirsene, profondendole in un’attività artistica.


Le vive violentemente. In lui una parte del sé prevarica le altre.

Inoltre, avendo nella sua arte sensibilità, doti interpretative e comunicative superiori alla media, siano esse legate a capacità pittoriche, narrative o di altro genere, riesce a “fissare” queste emozioni che sperimenta, non chiaramente visibili dai più, seppur riconoscibili, per il tramite della sua arte.

Beninteso, la maggioranza delle persone sperimenta tali emozioni e sensazioni. Ma lo fa in modo meno intenso, più inconsapevole: ne viene sfiorata. Nei più tali emozioni vengono velate dalla mediazione delle altre parti della loro personalità.

Così grazie al lavoro di simbolizzazione (o metabolizzazione o traduzione emotiva o chiarificazione) attuato dall’artista, tali sensazioni si svelano anche ai più, lasciandoli sorpresi per la straordinaria familiarità, e verità autentica che in esse riconoscono.

Passione

#felicitàsoddisfazioneindividuale, #realizzazione 

Milano, 14 settembre 2010



Passione: carburante che muove l’esistenza!

 

Grazie a te, scorgiamo nuove mete, mai nemmeno immaginate.

Grazie a te, troviamo la forza per spiccare il volo verso di loro.

Grazie a te, nonostante gli sforzi che il tragitto c’impone, resistiamo saldi e proseguiamo il viaggio sicuri.

Grazie te, una volta arrivati, continuiamo ad alimentare nel quotidiano ciò che abbiamo saputo ottenere, costruire e conquistarci; cesellandolo ininterrottamente, forgiandolo sempre più a nostra immagine.

 

In molti non sognano e non decollano.

In molti si fanno vincere dalle fatiche quotidiane e non giungono alla meta.

In molti ci arrivano e ci s’acciambellano ormai sfatti e prosciugati.

 

Ci diranno che si trattava di un sogno non loro…

Ci diranno che non pensavano che sarebbe stata così dura arrivarci...

Ci diranno che si trattava di qualcosa che credevano diverso, vedendolo da fuori...

 

La verità è che non hanno avuto, saputo creare, o conservare, sufficiente passione...

... per partire, arrivare, o conservare in vita,

i propri SOGNI.

 

“All we need is just a little passion”

Guns N’ Roses



Vapore, vetri e fantasie

#sensovita, #tempo

 

Milano, 20 marzo 2010



Quando un giovane si proietta nel futuro, ne immagina il dipanarsi: dalle sue fantasie esala un’essenza dolce e corroborante che esalta, in modo irreale, prospettive e speranze.

 

Nei pensieri sul futuro dell’anziano, tale dolce esalazione sembra ormai evaporata, svanita…

 

A ben guardare... è sì evaporata, ma non svanita!

 

Similmente al vapore che d’inverno riveste, di volta in volta, la superficie più fresca a disposizione, così negli anziani la magica esalazione cambia piano d’appoggio: abbandonando quello del futuro per depositarsi argentea su quello dei ricordi, ammantandoli in modo altrettanto irreale.

Il lavoro, questo conosciuto

#comportamento, #felicitàsoddisfazioneindividuale, #lavoro, #psicologia, #realizzazione

 

Milano, 3 settembre 2009




Il peso del lavoro rispetto a quello delle altre sfere dell’esistenza possibili è dato in gran parte dalla necessità di ridurre il nostro ventaglio comportamentale a un novero molto inferiore, costringendoci ad assumere e mantenere un’identità più rigida e predefinita rispetto al normale (sia riguardo le azioni che le reazioni assumibili di fronte agli eventi). È questa riduzione della libertà di azione (e reazione) che, nella maggior parte dei lavori contemporanei delle società ricche, alla lunga davvero pesa. Ancor più della fatica, della noia o dello stress che, tendenzialmente, non sono dissimili a quelli provati negli altri ambiti dell’esistenza contemporanea.

L’aspetto più difficoltoso sta nel dover riuscire a conservare per l’intera sessione quella disposizione richiesta. Come in quei giochi che fanno i bambini nei quali gareggiano a restare immobili in una posizione, più si protrae la durata delle sessioni e la frequenza delle stesse, più diviene naturalmente innaturale resistere. Questa tendenza all’innaturalità del lavoro, inoltre, cresce al crescere dello scostamento fra l’occupazione e la personalità di ognuno e della durata, sia delle singole sessioni che del tempo–vita totale dedicato alla medesima occupazione o ruolo; al punto che tale occupazione finisce per diventare la principale responsabile della cristallizzazione dell’io, tanto di quello sociale quanto di quello individuale.

A causa di quest’odiosa ripetizione e della riduzione del proprio spettro comportamentale, che a sua volta comporta una conseguente riduzione delle possibilità di esplorazione del sé, molte persone dopo qualche tempo, cercano di cambiare lavoro…

Esistono degli antidoti che aiutano a resistere? Sì, si tratta di personalizzare il più possibile procedure e comportamenti adottati sul posto di lavoro.