I N T R O D U Z I O N E

Un blog.. Il modo più economico per autopubblicarsi e per farsi leggere.. mi son detto. E allora perchè no! Vediamo che succede.

Cari amici, lettori, navigatori e curiosi,
Grazie di essere qui.

Non vorrei che la materialità del titolo induca a pensare che si tratti di un blog rivolto alle cose.

Tutto al contrario, in realtà. Il titolo vuole essere una provocazione: quasi un ossimoro direbbero i dotti di letteratura. Cioè ponendo l’accento sulle cose desidero parlare di quanto, apparentemente, di più lontano vi sia da esse: sentimenti, pensieri ed emozioni.

Il fatto è che le cose, nella loro accezione più ampia, di qualsiasi natura esse siano (materiali come un’auto o un vestito, evanescenti come un profumo o semplici atmosfere realizzate da una moltitudine di cose accostate come un tramonto) sono le nostre uniche alleate nel farci provare emozioni autentiche o echi di queste: i ricordi.

Ci imbattiamo in un profumo di sugo al pomodoro, mentre corriamo giù per le scale del palazzo ed ecco che ci riempie la mente in un istante l’immagine di nostra nonna che prepara il pranzo domenicale. Passeggiamo per un parco, un bambino ci taglia la strada in bicicletta e ci rituffiamo nel ricordo di quanto eravamo veloci anche noi a zigzagare con la nostra.

Altra cosa è invece un’esistenza centrata sul materialismo. Materialismo inteso come il culto delle cose fine a se stesso. Il feticcio-oggetto come senso ultimo e più appagante della propria esistenza.

Quest’altro tipo di filosofia di vita non solo non lo condivido, ma mi spaventa.

Mi spaventa in quanto si presta molto bene a supportare la teoria consumista secondo cui più cose hai o avrai, più felice sarai. Ma guardacaso a ben pensare poi scopri che più cose hai e più devi preoccuparti anche per esse.

Ci sarà abbondante spazio nel blog anche per parlare di questo.

Perché un blog? In quanto ritengo che se appena ci si comincia a spostare, le persone importanti che si incontrano diventano davvero tante e davvero lontane fra loro e rispetto a te. Pertanto difficili da raggiungere altrimenti con una certa costanza.

Mi piacerebbe che questo spazio divenga uno spazio capace di generare scambi di opinioni, sentimenti e sensazioni. Rispetto ad un sentire a misura d’uomo personale, sociale e ambientale. Un luogo dove sia possibile finalmente rilassarsi e godersi lunghi momenti di pausa, meditazione e perché no, che aiuti a prendere decisioni sulla propria esistenza.

Io, da parte mia, comincerò con l’inserire le cose cui più tengo: i miei scritti (poesie, riflessioni, lettere e racconti).

Aggiungerò anche qualche foto scattata qua e là per questo nostro immenso pezzo di terra e acqua che è il mondo.

Ciò in quanto in questo particolare momento della mia vita mi rendo particolarmente conto di quanto importante sia per me scrivere, ma anche farmi

leggere.

Buon tempo.

Diventare grandi significa avere consapevolezza di quanto siamo piccoli

#sensovita, #humor

 

Londra, 5 giugno 2008



Quanto tempo…

Quanto poco tempo...

Nozioni imparate a memoria, senza possederne il reale significato...

Ma ancor più di questo si tratta di affermazioni!

Per chi crede: ci troviamo immersi in questo liquido amniotico che ci prepara alla Vita vera.

Per chi non crede: ci troviamo ugualmente immersi in un liquido, ma di color marroncino.

Quasi, quasi conviene credere…

Fosse facile!

Più cresco e più mi sento piccolo.

Forse il senso di diventare grandi sta proprio nell’acquisire piena consapevolezza della propria piccolezza.

Non so nemmeno perché sto scrivendo queste cose ma, non sapendo nemmeno che senso ha tutta la mia vita, figuriamoci se mi pongo il problema di non sapere che senso ha ciò che sto scrivendo!

Ora andrò a mangiare qualcosa perché sento fame. Almeno su questo non ho dubbi.

À la prochaine.



Uomini e Sale...

#antropologia

 

Milano, 3 gennaio 2009



Noi esseri umani che popoliamo la terra siamo simili al sale nel cibo:

tanto inestimabile quando presente in piccole dosi,

quanto detestabile quando supera una certa concentrazione…

 

...e ce ne accorgiamo

tanto in città quando ci urtiamo senza nemmeno degnarci di uno sguardo,

quanto in montagna o in mezzo all’oceano quando all’incrociare le nostre strade ci salutiamo con genuino affetto.