La società e gli artisti genuini

#arte

 

Milano, 15 gennaio 2011



V’è un tipo di artista, secondo me il più genuino, che è più vittima delle proprie emozioni che altro. Egli non sceglie di provarle ma, dal momento che le prova, cerca di digerirle, comprenderle e poi condividerle e servirsene, profondendole in un’attività artistica.


Le vive violentemente. In lui una parte del sé prevarica le altre.

Inoltre, avendo nella sua arte sensibilità, doti interpretative e comunicative superiori alla media, siano esse legate a capacità pittoriche, narrative o di altro genere, riesce a “fissare” queste emozioni che sperimenta, non chiaramente visibili dai più, seppur riconoscibili, per il tramite della sua arte.

Beninteso, la maggioranza delle persone sperimenta tali emozioni e sensazioni. Ma lo fa in modo meno intenso, più inconsapevole: ne viene sfiorata. Nei più tali emozioni vengono velate dalla mediazione delle altre parti della loro personalità.

Così grazie al lavoro di simbolizzazione (o metabolizzazione o traduzione emotiva o chiarificazione) attuato dall’artista, tali sensazioni si svelano anche ai più, lasciandoli sorpresi per la straordinaria familiarità, e verità autentica che in esse riconoscono.