Finché si è in due non si è mai pazzi.
quando le cose si svestono della materialità e diventano echi delle nostre emozioni, ricordi e passioni
La società e gli artisti genuini
#arte
Milano, 15 gennaio 2011

V’è un tipo di artista, secondo me il più genuino, che è più vittima delle proprie emozioni che altro. Egli non sceglie di provarle ma, dal momento che le prova, cerca di digerirle, comprenderle e poi condividerle e servirsene, profondendole in un’attività artistica.
Passione

Passione: carburante che muove l’esistenza!
Grazie a te, scorgiamo nuove mete, mai nemmeno
immaginate.
Grazie a te, troviamo la forza per spiccare il volo
verso di loro.
Grazie a te, nonostante gli sforzi che il tragitto
c’impone, resistiamo saldi e proseguiamo il viaggio sicuri.
Grazie te, una volta arrivati, continuiamo ad
alimentare nel quotidiano ciò che abbiamo saputo ottenere, costruire e
conquistarci; cesellandolo ininterrottamente, forgiandolo sempre più a nostra
immagine.
In molti non sognano e non decollano.
In molti si fanno vincere dalle fatiche quotidiane e
non giungono alla meta.
In molti ci arrivano e ci s’acciambellano ormai
sfatti e prosciugati.
Ci diranno che si trattava di un sogno non loro…
Ci diranno che non pensavano che sarebbe stata così
dura arrivarci...
Ci diranno che si trattava di qualcosa che
credevano diverso, vedendolo da fuori...
La verità è che non hanno avuto, saputo creare, o
conservare, sufficiente passione...
... per partire, arrivare, o conservare in vita,
i propri SOGNI.
“All we
need is just a little passion”
Guns N’ Roses
Vapore, vetri e fantasie
#sensovita, #tempo
Milano, 20 marzo 2010

Quando un giovane si proietta nel futuro, ne
immagina il dipanarsi: dalle sue fantasie esala un’essenza dolce e corroborante
che esalta, in modo irreale, prospettive e speranze.
Nei pensieri sul futuro dell’anziano, tale dolce
esalazione sembra ormai evaporata, svanita…
A ben guardare... è sì evaporata, ma non svanita!
Similmente al vapore che d’inverno riveste, di volta in volta, la superficie più fresca a disposizione, così negli anziani la magica esalazione cambia piano d’appoggio: abbandonando quello del futuro per depositarsi argentea su quello dei ricordi, ammantandoli in modo altrettanto irreale.
Il lavoro, questo conosciuto
#comportamento,
#felicitàsoddisfazioneindividuale,
#lavoro, #psicologia,
#realizzazione
Milano, 3 settembre 2009

L’aspetto
più difficoltoso sta nel dover riuscire a conservare per l’intera sessione
quella disposizione richiesta. Come in quei giochi che fanno i bambini nei
quali gareggiano a restare immobili in una posizione, più si protrae la durata
delle sessioni e la frequenza delle stesse, più diviene naturalmente innaturale
resistere. Questa tendenza all’innaturalità del lavoro, inoltre, cresce al
crescere dello scostamento fra l’occupazione e la personalità di ognuno e della
durata, sia delle singole sessioni che del tempo–vita totale dedicato alla
medesima occupazione o ruolo; al punto che tale occupazione finisce per
diventare la principale responsabile della cristallizzazione dell’io, tanto di
quello sociale quanto di quello individuale.
A causa
di quest’odiosa ripetizione e della riduzione del proprio spettro comportamentale,
che a sua volta comporta una conseguente riduzione delle possibilità di
esplorazione del sé, molte persone dopo qualche tempo, cercano di cambiare
lavoro…
Esistono
degli antidoti che aiutano a resistere? Sì, si tratta di personalizzare il più
possibile procedure e comportamenti adottati sul posto di lavoro.
I N T R O D U Z I O N E
Cari amici, lettori, navigatori e curiosi,
Grazie di essere qui.
Non vorrei che la materialità del titolo induca a pensare che si tratti di un blog rivolto alle cose.
Tutto al contrario, in realtà. Il titolo vuole essere una provocazione: quasi un ossimoro direbbero i dotti di letteratura. Cioè ponendo l’accento sulle cose desidero parlare di quanto, apparentemente, di più lontano vi sia da esse: sentimenti, pensieri ed emozioni.
Il fatto è che le cose, nella loro accezione più ampia, di qualsiasi natura esse siano (materiali come un’auto o un vestito, evanescenti come un profumo o semplici atmosfere realizzate da una moltitudine di cose accostate come un tramonto) sono le nostre uniche alleate nel farci provare emozioni autentiche o echi di queste: i ricordi.
Ci imbattiamo in un profumo di sugo al pomodoro, mentre corriamo giù per le scale del palazzo ed ecco che ci riempie la mente in un istante l’immagine di nostra nonna che prepara il pranzo domenicale. Passeggiamo per un parco, un bambino ci taglia la strada in bicicletta e ci rituffiamo nel ricordo di quanto eravamo veloci anche noi a zigzagare con la nostra.
Altra cosa è invece un’esistenza centrata sul materialismo. Materialismo inteso come il culto delle cose fine a se stesso. Il feticcio-oggetto come senso ultimo e più appagante della propria esistenza.
Quest’altro tipo di filosofia di vita non solo non lo condivido, ma mi spaventa.
Mi spaventa in quanto si presta molto bene a supportare la teoria consumista secondo cui più cose hai o avrai, più felice sarai. Ma guardacaso a ben pensare poi scopri che più cose hai e più devi preoccuparti anche per esse.
Ci sarà abbondante spazio nel blog anche per parlare di questo.
Perché un blog? In quanto ritengo che se appena ci si comincia a spostare, le persone importanti che si incontrano diventano davvero tante e davvero lontane fra loro e rispetto a te. Pertanto difficili da raggiungere altrimenti con una certa costanza.
Mi piacerebbe che questo spazio divenga uno spazio capace di generare scambi di opinioni, sentimenti e sensazioni. Rispetto ad un sentire a misura d’uomo personale, sociale e ambientale. Un luogo dove sia possibile finalmente rilassarsi e godersi lunghi momenti di pausa, meditazione e perché no, che aiuti a prendere decisioni sulla propria esistenza.
Io, da parte mia, comincerò con l’inserire le cose cui più tengo: i miei scritti (poesie, riflessioni, lettere e racconti).
Aggiungerò anche qualche foto scattata qua e là per questo nostro immenso pezzo di terra e acqua che è il mondo.
Ciò in quanto in questo particolare momento della mia vita mi rendo particolarmente conto di quanto importante sia per me scrivere, ma anche farmi
leggere.
Buon tempo.
Diventare grandi significa avere consapevolezza di quanto siamo piccoli
#sensovita, #humor
Londra, 5 giugno 2008
Quanto
tempo…
Quanto poco
tempo...
Nozioni
imparate a memoria, senza possederne il reale significato...
Ma
ancor più di questo si tratta di affermazioni!
Per chi
crede: ci troviamo immersi in questo liquido amniotico che ci prepara alla Vita
vera.
Per chi
non crede: ci troviamo ugualmente immersi in un liquido, ma di color
marroncino.
Quasi,
quasi conviene credere…
Fosse
facile!
Più
cresco e più mi sento piccolo.
Forse
il senso di diventare grandi sta proprio nell’acquisire piena consapevolezza della
propria piccolezza.
Non so
nemmeno perché sto scrivendo queste cose ma, non sapendo nemmeno che senso ha
tutta la mia vita, figuriamoci se mi pongo il problema di non sapere che senso
ha ciò che sto scrivendo!
Ora
andrò a mangiare qualcosa perché sento fame. Almeno su questo non ho dubbi.
À la
prochaine.