Autore: Fabio Genovesi
Anno pubblicazione: 2021
Io narrante, punto di vista e persona: prima e
terza persona, alternate.
L’autore, con accenti di realismo magico, alterna
storie di ricercatori, scoperte, avvistamenti e ricerche di animali criptici
che formano parte della storia della Criptozoologia, con aneddoti personali,
aventi anch’essi sfaccettature misteriose. Così facendo invita il lettore a
riflettere sul valore che ha la dimensione fantastica, sia per l’individuo che rispetto
all’elaborazione della tradizione popolare.
Il filo conduttore della narrazione è uno dei
soggetti più iconici della Criptozoologia: il calamaro gigante. Un essere
gigantesco del quale, nonostante la mole, fino all’inizio del ‘900, la scienza metteva
in dubbio persino l’esistenza. Che si trattasse, già allora di un problema di
deficit d’immaginazione? Chissà..
Se il valore della conoscenza razionale e
scientifica è indubbio per determinare un innalzamento del livello, almeno
materiale dell’esistenza umana, resta viva l’esigenza, altrettanto umana, di riuscire ancora a sperare di poter
immaginare luoghi reali di questo pianeta, ancora ricchi di magia, lontani dall’ordinarietà
e dalla ripetitività dell’umano essere, che tutto omologa. Luoghi che ci
consentano una pausa da noi umani. Dove o dei quali fantasticare, includendo in
queste fantasie gli strani esseri che li abitano. Il continuo arretrare delle
porzioni di mondo inesplorate ci impoverisce, giorno dopo giorno, oltre che di
risorse naturali anche di queste oasi reali di ristoro per la fantasia.
Concludo con una riflessione sulla
contraddittorietà dell’agire umano che non risparmia la stessa Criptozoologia:
più questi fantastici angoli di mondo vengono illuminati dalla scienza e dalla divulgazione
e meno spazio resta a quei sogni reali, e ai loro sognatori grandi e piccini
per trovarvi rifugio.
La scelta di un registro colloquiale, al
limite, della chiacchierata, se dona fascino affabulatorio alla narrazione, la
penalizza da un punto di vista della qualità letteraria e scientifica cui,
forse, avrebbe potuto ambire.
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