Vorrei trovare un fiore che non appassisca.
Vorrei fare mia quella rosa e specchiandomici,
insieme con lei, non invecchiare mai
poter smettere di dover fare i conti con un mondo
mortale.
Delle tristezze la più nera è la coscienza: la
coscienza del tempo che fugge!
Eravamo essenze beate perché non sapevamo d’esserlo,
siamo essenze mutilate perché sappiamo di esserlo.
Perché il paragone con la propria giovinezza è sempre
perdente?
Esistono fiori che non appassiscono?
Esistono rose che davvero splendono per sempre?
C'è un sistema per non trasformare la vita in un
esercizio di conservazione che la rende rigida e polverosa, come accade alle
bestie impagliate nei musei?
Perché ho l'impressione che più tendo a investire sul
mio futuro e più annacquo la mia esistenza? Dove si perde quell'energia che ci
si stacca di dosso giorno dopo giorno?
Ci consumiamo vivendo. Più viviamo e più ci
consumiamo. Più velocemente ci consumiamo e più brilliamo di vita. Vorrei poter
rivedere la scintilla del mio fuoco immortalata negli occhi della donna che amo
ogni volta che voglio e poterle restituire lo stesso.
Troppo spesso ho l'impressione di non vivere
appieno. Di perdere il mio tempo in faccende del tutto routinanti.
Compresso tra una serie di doveri che sacrificano
il mio presente, barattandolo con un’ipotetica idea di futuro...
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